- Proposte di viaggio
- Ente+
"Evidentemente il ministro Centinaio non conosce la realtà delle Cinque Terre. Da un anno chiediamo la convocazione del tavolo con il ministero per la gestione dei flussi turistici e per la sicurezza. Siamo ancora in attesa". La sindaco di Riomaggiore Fabrizia Pecunia (Pd) commenta così le parole del ministro Centinaio che ha bocciato l'idea di una tassa di sbarco, propendendo per il numero chiuso. "Il numero chiuso non lo vuole nessuno sul territorio ed è difficilmente applicabile. Abbiamo difficoltà anche a impedire ai turisti di raggiungerci con le allerta meteo". L'idea di applicare una tassa di sbarco alle Cinque Terre proprio come accade a Venezia, o su alcune isole, era stata avanzata dalla sindaco di Riomaggiore. Un modo, aveva detto la prima cittadina, per reperire nuove risorse dal turismo mordi e fuggi. Le Cinque Terre fanno i conti ormai da anni con il problema degli imponenti flussi turistici: si parla di oltre tre milioni e mezzo di turisti ogni anno, almeno ottanta per ogni residente.
Le risorse, spiega Pecunia, sarebbero utili per finanziare "quei servizi al turista e sul territorio che non riusciamo più a gestire e garantire. La tassa di sbarco - sottolinea Pecunia - sarebbe sostitutiva alla tassa di soggiorno. In questo modo si tasserebbe chiunque passa sul territorio, senza creare uno svantaggio a chi invece decide di soggiornarvi".
Favorevole all'idea il sindaco di Vernazza, e presidente del Parco facente funzione, Vincenzo Resasco. Dubbi invece espressi dal sindaco di Monterosso Emanuele Moggia, che è favorevole comunque a una gestione dei flussi. "Ci convochino, dal ministero e dalla Regione, per parlare di flussi e sicurezza. Attendiamo da tempo, così come attendiamo la nomina del presidente del Parco: tra poco saremo commissariati" ricorda Pecunia.