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Per molto tempo è mancata l'occasione di viaggiare. Nel Parco delle Cinque Terre abbiamo la fortuna di farlo, ogni giorno, attraverso i sentieri.
Ad esempio basta allontanarsi pochi passi dal centro abitato di Fegina, nel borgo di Monterosso, per scoprire un nuovo trekking ad anello sui sentieri alti tra storia, natura ed inedite prospettive sul promontorio del Mesco.
Sentieri/Codici R.E.L. attraversati: n. 572, 591, 571, 590 SVA
Lunghezza: 6,004 metri;
Dislivello Positivo: 489 m
Difficoltà: EE
Tempo di percorrenza: 3 ore circa
Mappa: al link
Periodo ottimale: primavera, autunno, inverno
DESCRIZIONE
La proposta di percorso ad anello sui sentieri alti del borgo prende le mosse da Via IV Novembre che si percorre fino ad oltrepassare il tunnel al di sotto della linea ferroviaria, per poi salire suVia Mesco per un breve tratto e infine girare a sinistra imboccando il sentiero n. 572 (Monterosso-Sella di Bagari), tratta recentemente inserita dal Parco nella propria rete escursionistica REL.
Il recupero di questo sentiero, avviato dal Comune di Monterosso e poi affidato per la manutenzione ordinaria al Parco, ha svelato anche qui i segni del passato rurale che connotano tutto il nostro territorio.
Il percorso lastricato si sviluppa in salita tra orti cinti da antichi muri a secco, taluni abbastanza imponenti, rivi d'acqua e coltivazioni tipiche come l’olivo.
La ricompensa del contadino, oggi come ieri sono gli affacci sul mare che, salendo, si lasciano incorniciare prima da ulivi e poi via via che la macchia mediterranea prende il sopravvento da eriche, corbezzoli, roverelle e lecci.
Al culmine il percorso incontra il sentiero n. 591 (Il Termine - S. Antonio Mesco) e apre ad un nuovo affascinante scenario offerto da Sella di Bagari (360 m): crocevia di percorsi escursionistici, tripudio di ginepro e di timo, Euforbia spinosa ligustica che prosperano su questo sostrato.
Un capitolo del trekking è sicuramente dedicato alla geodiversità che si disvela attraverso affioramenti di rocce raccontando una storia antichissima. Fino al promontorio del Mesco si può osservare una sezione di quello che milioni di anni fa era un oceano, la Tetide: dapprima s’incontrano gabbri e serpentiniti, rocce magmatiche poi argilliti e arenarie del Gottero che, sul Mesco, si presentano in potenti strati e falesie.
Ma per cogliere a pieno la bellezza del luogo bisogna salire ancora. L’occasione la fornisce la variante - riportata alla luce dai manutentori dei sentieri del Parco - che con un breve strappo si stacca sulla destra del sentiero n. 591 (direzione Punta Mesco) e conduce alla vetta del Monte Vè o Focone (488 m).
Se non fosse per la vista strepitosa sul mare e la vegetazione mediterranea, sembrerebbe di essere in montagna. Il panorama è a 360°: verso est il golfo delle Cinque Terre a perdita d’occhio oltre l’Isola del Tino, fino all’Arcipelago Toscano, ad ovest la Riviera Ligure dalla vallata di Levanto fino al fiero promontorio di Portofino. Alle spalle l’abbraccio delle Alpi liguri con la vetta del Monte Gottero e il Passo delle Cento Croci ben visibili.
Il percorso sempre altamente panoramico prosegue scendendo sul sentiero n. 571, in direzione del promontorio del Mesco fino a ritornare sul n. 591 e poi al bivio con il sentiero n. 590 SVA (Monterosso - S.Antonio Mesco) che si imbocca a sinistra per tornare alborgo, in località Fegina.
**Vale la pena allungare di pocoil percorso per far visita le storiche rovine dell'Eremo di Sant'Antonio del Mesco (XI Secolo d.C.) immerso in una fitta lecceta. (Circa 20 minuti, imboccando il sentiero SVA a destra all’incrocio con il sentiero n. 591).
Alcune semplici regole per godere del trekking in sicurezza
Affrontare il sentiero sempre in condizioni meteo climatiche buone
indossare calzature idonee al trekking
riportare a valle i propri rifiuti e rispettare il lavoro dei contadini senza uscire dal tracciato
verificare sulla Cinque Terre Hiking Guide, la percorribilità della rete sentieristica aggiornata in tempo reale al link mappe.parconazionale5terre.it